Intervista con l'Agenzia Giornalistica "9Colonne"

di Enrico Manieri - Henry62

Ieri, 4 maggio 2009, è stata pubblicata sul blog "FORMAT - La TV vista da dentro" l'intervista telefonica rilasciata al giornalista Ernesto Siciliano della Agenzia Giornalistica "9Colonne" sul tema della comunicazione televisiva e della funzione dei media, in particolare delle fiction, ispirate a fatti reali di cronaca nera.
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Il motivo dell'intervista è la realizzazione in corso d'opera, da parte della Wilder per Fox Channels Italy, di una serie in 6 puntate sulla vicenda criminale del cosiddetto Mostro di Firenze, che sarà trasmessa da Fox Crime.
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Il mio ruolo di Consulente Tecnico di Parte per la difesa di Pietro Pacciani nel processo d'Appello in Corte d'assise è noto, ma, come consulente tecnico e ospite in studio della trasmissione SpecialeTG1 della RAI, ho avuto più volte occasione anche di approfondire e di verificare, sul campo e dietro le quinte, le tematiche e le oggettive difficoltà dell'informazione tecnico-scientifica sul mezzo televisivo, per esempio in merito ad inchieste giudiziarie su casi di grande interesse pubblico, come gli attentati dell'11 Settembre e l'inchiesta inglese sulla morte di Lady D.
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Nel corso dell'intervista, che ha toccato anche aspetti tecnici e il problema della spettacolarizzazione della ricostruzione degli eventi, si è parlato del ruolo dei consulenti tecnici, del rischio sempre incombente della semplificazione eccessiva operato dalle serie televisive e della convinzione che potrebbe ingenerarsi nel grande pubblico che effettivamente l'indagine investigativa avvenga con i metodi e con i tempi che vengono mostrati dai telefilm americani.
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E' innegabile che le storie dei serial killer, la riapertura dei cold case e le indagini forensi esercitino una grande attrattiva sul pubblico, ma un conto è la fiction e un altro la realtà...
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I rischi sono, appunto, l'eccessiva semplificazione, i tempi ristretti imposti dal ritmo televisivo con cui raccontare vicende complesse che si sviluppano nella realtà per mesi o addirittura per anni, la necessità di avere comunque un finale più o meno a sorpresa per la fiction, l'eccessivo peso attribuito alla componente emozionale e alla tracciatura dei profili psicologici, l'impossibilità di mostrare determinati tipi di immagini per gli oggettivi vincoli della messa in onda di immagini "forti" e per il rispetto della dignità delle vittime e della privacy e, non neghiamolo, l'impossibilità di rappresentare correttamente nella fiction il lento lavoro dei tecnici per scoprire la verità anche solo della dinamica dei fatti.
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