Entomologia forense

di Enrico Manieri - Henry62
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L'entomologia forense è la branca dell'entomologia che si occupa dello studio della fauna che colonizza il cadavere dopo la morte dell'individuo (fauna necrobionte).
Le risposte principali che l'entomologia forense può fornire sono relative alle domande fondamentali:

  • quando è avvenuta la morte?
  • il corpo è stato spostato dopo la morte?
  • come è avvenuta la morte?

I metodi consolidati nella medicina legale per dedurre l'ora delle morte derivano sostanzialmente da tre metodi fondamentali:

  • metodi morfologici, basati sulle variazioni subite da determinati organi nel decorso post-mortale;

  • metodi fisici, fra cui l'analisi dei fenomeni cadaverici (abbassamento di temperatura, presenza di macchie ipostatiche, rigor mortis);

  • metodi chimici, come l'osservazione delle macchie di putrefazione, dell'acidificazone del corpo e, più in generale, ogni analisi istologica e istochimica dei tessuti.

Nel caso di corpi in avanzato stato di decomposizione, i primi due metodi non sono utilizzabili, mentre il terzo richiede analisi approfondite e non sempre alla portata dei medici legali.

E' a questo punto che l'entomologia forense può dare un contributo importante.

Dall'attenta valutazione della scpecie e dello stato di sviluppo degli insetti che colonizzano il corpo è possibile risalire alla determinazione di alcuni parametri fondamentali per la determinazione della cronologia degli eventi.

In generale, le informazioni che possono essere dedotte dall'osservazione entomologica, noto il tempo in cui gli insetti hanno potuto colonizzare il corpo (PIA, "Period of Insect Activity") e la temperatura ambientale, sono le seguenti:

  • tempo trascorso dalla morte (PMI, "Post Mortem Interval"), meglio definito come tempo passato dall'esposizione del corpo nell'ambiente;

  • tempo minimo trascorso dalla morte (MPMI, "Minimum Post-Mortem Interval");

  • tempo di seppellimento (PBI, "Post Burial Interval");

  • tempo di immersione (PMSI, "Post-Mortem Submersion Interval");

inoltre, sempre dall'attività degli insetti sul corpo e sul terreno sottostante, sono ricavabili informazioni su:

  • localizzazione e spostamento del corpo dopo la morte;
  • eventuale stato di maltrattamento ante-mortem (infestazioni in vita);
  • analisi entomotossicologica per la ricerca di veleni e droghe o residui di sparo (GSR) che per bioaccumulo sono rintracciabili sia nelle larve che nei loro successivi predatori.

E' importante rilevare che la colonizzazione di un cadavere avviene per ondate successive ("successional waves") di insetti, ciascuna delle quali è strettamente legata all'evoluzione dello stato del corpo e da specifiche fasi di decomposizione dello stesso.

Gli stadi attraversati da un cadavere sono i seguenti:

  1. "fresh stage", stadio fresco, relativo all'intervallo di tempo di 1-2 giorni dal decesso; normalmente sono presenti ditteri brachiceri e coleotteri (predatori dei ditteri), che sono attratti dall'odore della cadaverina e che depongono uova nelle zone saniose e ricche di mucose, cioè nelle cavità naturali e nelle eventuali ferite;

  2. "bloat stage", stadio gassoso, compreso fra i 2 e i 6 giorni dal decesso; si ha la crescita degli insetti che hanno colonizzato il cadavere nel primo stadio, mentre crescono in modo notevole i coleotteri e gli insetti predatori attirati dalle larve degli insetti colonizzatori;

  3. "active decay stage", stadio di decomposizione avanzata attiva, compreso nell'intervallo temporale fra i 5 e gli 11 giorni; gli insetti adulti lasciano il corpo, sul quale possono svilupparsi delle masse larvali, con larve ormai cresciute ed in fase post-feeding (cioè nella fase in cui la larva, ormai cresciuta, cessa di alimentarsi in vista del successivo passaggio in pupa) o pupale, mentre arrivano gli insetti tipici della seconda ondata di colonizzazione;

  4. "post decay stage", stadio di decomposizione avanzata secondaria, che si manifesta dai 10 ai 25 giorni dopo il decesso; le mosche adulte, nate dalla prima colonizzazione, abbandonano il corpo. Sul corpo o nei pressi si trovano i resti dei pupari ed il corpo è ridotto al 20% circa della massa iniziale, iniziando il processo di disseccamento; in questa fase diverse specie di coleotteri necrofagi colonizzano il corpo, mentre è possibile la colonizzazione da parte delle cosiddette mosche del formaggio, che vengono attirate dall'acido butirrico generato dal cadavere;

  5. "dry scheletal remains", stadio secco, in cui il cadavere è essiccato e si manifesta dai 25 giorni in poi dal decesso: sono presenti le larve delle ondate successive, i coleotteri necrofagi e predatori, artropodi e fauna occasionale.

Nell'esame della fauna entomologica per fini forensi, si deve tener conto dei fattori che possono alterare la cronologia dei fenomeni di colonizzazione e delle specifiche caratteristiche dell'ambiente in cui si trova il corpo.

In particolare, è molto importante rilevare la presenza di altre possibili cause di colonizzazione che potrebbero inquinare la scena del crimine, come:

  • escrementi e deiezioni animali;
  • materiale in decomposizione (carogne di animali);
  • rifiuti organici nel raggio di alcuni metri dalla zona analizzata.

I principali fattori di cui tener conto sono classificabili in questo modo:

  • fattori fisici, che possono costituire una barriera intenzionalo o meno che impedisca o anche solo rallenti la colonizzazione (coperture ermetiche, presenza di strati di ricopertura che possono creare un ambiente caratterizzato da minor escursione termica e che velocizza lo sviluppo delle larve);
  • fattori chimici, dovuti alla presenza di particolari sostanze che possono alterare la presenza di talune specie di insetti (per esempio, prati trattati con pesticidi o vittima che si è trovata a contatto con sostanze fortemente repellenti, come la candeggina). Le sostanze possono avere effetto sia per contatto col corpo (effetto topico), che per ingestione in vita da parte della vittima (come per esempio il trattamento con antibiotici, l'assunzione di droghe o la morte per avvelenamento);
  • fattori biologici, legati all'attività di altra fauna predatrice o occasionale che altera la presenza della fauna entomologica colonizzatrice, sia come predatori che come competitori e parassiti. Particolarmente importante potrebbe essere l'azione di invertebrati che infossano parte del cadavere, per cui la ricerca dei campioni non deve essere limitata alla superficie, ma deve riguardare anche lo strato di terreno sottostante il corpo;
  • fattori climatici, dato che l'attività vitale degli insetti è strettamente influenzata dalle caratteristiche ambientali di meteo e temperatura.

- CICLO VITALE DEI CALLIFORIDI -

Oltre al riconoscimento delle ondate successive di specie colonizzatrici che in tempi diversi popolano il cadavere, un contributo fondamentale nella determinazione degli intervalli di tempo trascorsi dalla morte della vittima deriva dal riconoscimento dello stato di sviluppo delle larve dei ditteri brachiceri appartenenti alla famiglia dei Calliforidi (insetti con un solo paio di ali - ditteri - e caratterizzati dalla presenza di corte antenne sul capo -brachiceri-).
Questi insetti sono fra i primi a deporre le proprie uova su zone del corpo caratterizzate da umidità e presenza di mucose e per questo motivo rivestono una importanza particolare, perchè dall'analisi del loro stadio di sviluppo, rettificato sulla base delle condizioni ambientali, si può valutare il PMI.
Non si deve comunque dimenticare che in talune circostanze la deposizione può avvenire anche su corpi ancora in vita (deposizione di uova su feriti). Altri ditteri importanti sono quelli della famiglia dei Sarcofagidi, che depongono direttamente larve in instar I e che possono nutrirsi anche delle larve dei Calliforidi.



E' fondamentale quindi riconoscere la specie dell'insetto e, a livello di larva, valutare il suo stato di maturazione nel processo di crescita.

Questo compito non è per niente facile e, se per la specie è sufficiente porre a cultura delle uova e vedere l'insetto che da queste nasce, per lo stadio di sviluppo è necessario fissare alcuni campioni di larve per poterle analizzare con tecniche di microscopia, anche elettronica.

Il ciclo vitale delle larve dei Calliforidi è il seguente:


- DEPOSIZIONE DELLE UOVA -

- SCHIUSA DELLE UOVA -


- SVILUPPO DELLE LARVE -


- FASE DI IMPUPAMENTO -
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- NASCITA DEL NUOVO INDIVIDUO ADULTO -


Per una applicazione concreta dell'entomologia forense, si veda anche:

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