La mia ipotesi inedita della dinamica dell'omicidio degli Scopeti e le mie partecipazioni in video

Dopo tanti studi e approfondimenti personali, inizia oggi un nuovo corso: tramite video e nuovi articoli andremo ad approfondire i punti specifici che mi hanno portato a formulare una innovativa ed inedita ipotesi della dinamica dell'omicidio degli Scopeti.



Nel settembre 1985 il cosiddetto  "Mostro di Firenze" uccise due ragazzi francesi, Nadine e Jean Michel, accampati nella loro tenda ad igloo sulla piazzola degli Scopeti, vicino a San Casciano.

Noterete che, contro ogni moda imperante e versione ufficiale giudiziaria, io continuo a parlare al singolare di "Mostro di Firenze": a mio parere in nessuna scena del crimine della lunga catena di omicidi, che va dal 1968 al 1985, ci fu mai alcun elemento che impose la presenza contemporanea di più persone sulla scena del crimine per compiere tali orrendi misfatti.

Se è vero, come è vero, che le ipotesi più semplici sono le migliori, non vedo alcun motivo plausibile che derivi dalla stretta osservazione delle evidenze oggettive della scena del crimine che ci imponga la scelta tecnica di considerare questi delitti come compiuti da un gruppo.

Le testimonianze appartengono alla sfera giudiziaria, non all'analisi tecnica della scena del crimine.

Al contrario, sarà proprio la congruità con i dati della scena del crimine che ci darà la risposta sulla attendibilità delle testimonianze, validandole nel merito o, al contrario,  segnalandole come inattendibili perché in contrasto con i dati oggettivi.

L'obbiettivo della mia ricerca è perciò capire "come" vennero perpetrati gli omicidi, non "chi" li commise: quello è il compito degli investigatori. 

Il guaio peggiore in cui si imbatte chi formula una nuova ipotesi è di innamorarsi delle proprie convinzioni, senza tenere sempre alta l'attenzione critica sull'aver trascurato un elemento o, peggio, di aver piegato, ovviamente sempre in buona fede, alla propria ipotesi la corretta interpretazione degli atti e delle evidenze. 

Nel mio approccio tecnico alla scena del crimine considero una scala di priorità che pone al primo posto il dato oggettivo, l'evidenza fisica rilevabile, misurabile e studiabile con l'applicazione del metodo scientifico, mentre il secondo posto spetta all'interpretazione di questi dati oggettivi.

E' l'interpretazione, con le corrette chiavi di lettura del dato, che ci porta a ricavare le informazioni, all'interno di un processo logico e tecnico di causa ed effetto, di congruità di tempo e di spazio, che richiede l'uso di diverse conoscenze e professionalità.

Parafrasando il linguaggio che si utilizza nel mondo delle aziende, nel costruire una ipoetsi dobbiamo dobbiamo avere uno sguardo di sintesi orizzontale su tanti contributi di analisi verticali, iperspecialistici.

Il rischio che si corre guardando solamente ai contributi verticali, cioé quelli forniti da specialisti di una singola materia, è di perdere di vista la visione armonica di insieme che deve essere sempre presente e derivante dalla messa a fattor comune di tutte le visioni particolari: tutti i fenomeni studiati derivano dal medesimo evento omicidiario e, quindi, i gradi di libertà o di alea delle singole componenti studiate devono coesistere nelle diverse trattazioni tematiche.

Per usare un linguaggio matematico, se ad ogni visione verticale corrispondesse un'equazione, il nostro compito di tecnici non sarebbe di risolvere ciascuna equazione singolarmente, ma di risolvere l'insieme matematico di tutte queste equazioni e le soluzioni devono essere soluzioni condivise di ciascuna equazione.

In altre parole, le soluzioni ricavate delle incognite (prima fra tutte l'incognita temporale) devono essere contemporaneamente soluzioni di tutte le equazioni in cui quella incognita compare.

Il problema, si capisce dall'analogia matematica, consiste nel mettere in sistema le giuste equazioni e solo da questa scelta si potrà giudicare la bontà e l'efficacia di una ipotesi.

Nel sistema che porta all'individuazione delle variabili sconosciute, ogni equazione deriva da una diversa legge oraria formulata sulla base di diverse discipline tecnico-scientifiche.

La scena del crimine ci parla, ma usa lingue diverse e, per capirle e per ricavare delle soluzioni, dobbiamo capire e parlare quelle lingue; ciascuna lingua é appannaggio di una diversa disciplina tecnico-scientifica.


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Segue l'elenco aggiornato dei link alle mie partecipazioni live e registrate su Youtube


Il mio canale YouTube 

"The Henry62's Channel"


- "La mia ipotesi di ricostruzione del delitto di Scopeti (1985)" 

La mia ipotesi sul duplice delitto degli Scopeti, spiegata con l'ausilio di immagini in un video di oltre 2 ore. Dopo la visione di questo video, nessuno potrà più pensare che l'omicidio di Scopeti non debba essere al centro di ogni analisi dei delitti del cosiddetto Mostro di Firenze.


- "Il profilo F.B.I. del Mostro di Firenze: alcune considerazioni e uno scoop finale" 

Analisi del profilo redatto dal F.B.I. il 30 giugno 1989, le mie osservazioni ed una inquietante ipotesi sulle lettere spedite al magistrato Silvia Della Monica.





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